All’Agriturismo Parco del Grep vi proponiamo ricchi cestini per il vostro picnic, che prepariamo con cibi genuini, a base di ingredienti sempre freschi, stagionali e a km0. Potete prenotare il vostro cesto da picnic per un pranzo in campagna o per un apericena romantico ai piedi delle Torri del Grep.

Ma gli informali pranzi open-air hanno radici profonde nella storia. Pare che la regina Maria Antonietta amasse particolarmente mangiare all’aria aperta nei giardini che circondavano Versailles: una trasgressione rispetto ai ben più formali pasti che venivano consumati tra le mura del palazzo reale, sebbene si faccia fatica a pensare che potesse trattarsi di un picnic “disimpegnato”, alla stregua di quelli a cui eravamo abituati negli anni Settanta-Ottanta.

Storia ed evoluzioni del picnic

Fin dall’inizio, e parliamo del Medioevo, il termine picnic (che deriva dalla fusione di due parole francesi che tradotte in italiano corrispondono grosso modo a spiluccare) ebbe una connotazione differente a seconda della classe sociale. Per gli aristocratici rappresentava il pasto consumato en plein air durante le battute di caccia: il fatto che il banchetto venisse predisposto con tanto di calici di cristallo, posate d’argento e piatti in ceramica la dice lunga sulla… frugalità dell’occasione. Per gli operai invece rappresentava una breve pausa dal lavoro quotidiano, durante la quale consumare il classico “pasto al sacco”.

Distinzione questa che perdura pure nel Seicento. Nell’Ottocento è la seconda accezione, quella più popolare, che si afferma e dilaga, assumendo addirittura connotati “socialisti” di fratellanza e condivisione, per cui ogni membro prepara il cibo che verrà consumato dagli altri (spirito che si perpetua ancora oggi nella Picnic Society nata a Londra proprio in quegli anni).
Negli anni Sessanta del Novecento il picnic in Italia racconta la storia della ripresa economica, della Cinquecento e della Seicento nelle quali si stipano intere famiglie, delle pietanze ancora rigorosamente preparate in casa e dei cesti di vimini con l’immancabile tovaglia a quadri. Un mazzo di carte e un pallone completano il quadro di una società a cavallo tra il suo innato spirito bucolico e il richiamo inesorabile dell’industrializzazione. Industria è modernità e modernità fa rima con accessori di plastica, tovaglie in carta spessa usa e getta, panini con insaccati o sandwiches acquistati ai distributori automatici.

Con la contemporaneità si fa strada una nuova accezione di picnic, la scampagnata intesa come recupero di un rapporto con l’ambiente, precedentemente passato in secondo piano proprio a causa dei processi di industrializzazione e urbanizzazione che hanno causato l’allontanamento dell’uomo dalla campagna.
Un nuovo rapporto improntato in primis al rispetto della natura. Un’evoluzione che d’altronde è visibile anche negli alimenti che si consumano di fronte ad un panorama rilassante: dalla frittata di maccheroni fatta in casa, al panino con affettati acquistato al bar, al sushi da asporto piuttosto che all’insalata macrobiotica.

Picnic: i valori dietro una tradizione

Non si tratta solo di cercare momenti di relax all’aperto, ma di ricucire quello strappo che ha separato l’uomo dalla Madre Terra, un rapporto viscerale senza il quale l’essere umano ha finito col sentirsi “decontestualizzato”. Dunque, seppur con le differenze storiche e sociali sottolineate, le scampagnate rappresentano ancora una consuetudine in auge per i valori che esprimono:

  • celebrare la semplicità e l’autenticità della condivisione del cibo all’aperto
  • riunire le persone
  • adattarsi perfettamente sia ad uno stile di vita contemporaneo che vintage
  • dare spazio a piccole produzioni alimentari rispettose dei sapori e delle eccellenze regionali
  • creare una comunità di persone che amano mangiare all’aperto in ogni occasione: una celebrazione della gioia della preparazione, del cibo e delle bevande, della connessione con gli amici e dello stare all’aperto.

Ecco il segreto del successo del picnic: il cibo ha un sapore migliore se condiviso e mangiato all’aperto. Tanto che al picnic è stata addirittura dedicata una giornata di festa internazionale, che cade il 18 giugno: un momento per celebrare la vicinanza con la natura e per riappropriarsi di antichi valori legati all’ambiente che ci circonda e a uno stile di vita più sano.

Dunque rimangono tratti essenziali di questi eventi all’aperto la convivialità e il contatto con la natura. Ma anche un certo spirito di sensualità, come si evince da alcune tele impressioniste, prima fra tutte Colazione sull’erba di Edouard Manet, realizzato nel 1863: perché il pranzo in natura è anche una tecnica di corteggiamento. La natura e l’ambiente suadente e romantico favoriscono un approccio intimo e riservato, come accade nei romanzi di Jane Austen, dove non manca mai un pranzo sull’erba, occasione per intrighi e storie d’amore.

Gli eventi en plein air

E a proposito di amore: state pensando ad un’ambientazione originale per il vostro giorno più bello? Se avete un animo green forse la soluzione potrebbe essere un matrimonio country chic. Una cerimonia che necessita di raggiungere un equilibrio tra rustico ed elegante, il giusto mix tra la componente campestre – richiamata da colori e texture della terra, dei frutti, delle erbe aromatiche, delle spezie – e l’armonia della semplicità, incarnata da tessuti grezzi e materiali basic come la terracotta, il legno, il lino, la juta. Insomma, niente lustrini, cristalli e sfarzo principesco.

Ovviamente l’ambiente adatto ad un simile evento non può che essere un luogo immerso nella natura: dall’antico casale al cortile assolato di una masseria, da un semplice giardino fiorito a un uliveto illuminato da mille lucine. Anche i dettagli devono essere in linea con il tema country ed è qui che entrano in scena barili, tronchi di legno, paglia e juta, barattoli di vetro e tessuti grezzi. Il tableau ad esempio può essere una vecchia porta o una finestra, su cui scrivere i nomi degli invitati oppure una scala su cui appoggiare piantine profumate, una per ogni tavolo. Per quanto riguarda i centrotavola e le decorazioni floreali, l’ideale sono lavanda, rosmarino, salvia, ulivo ed eucalipto. In alternativa fiori di campo e piante grasse, oppure frutta fresca, come ciliege, mele selvatiche e agrumi per richiamare i doni della terra.
Piantine grasse o aromatiche possono diventare anche graziose bomboniere di cui omaggiare gli invitati, come pure il sacchettino profuma biancheria riempito con profumata lavanda, su cui ricamare le iniziali degli sposi. E ancora: barattolini di spezie o di sale aromatizzato, mini vasetti di marmellata e miele, bottiglietta di olio d’oliva o sacchettino con preziose miscele di te e infusi. Un’altra idea originale per la bomboniera country chic può essere una profumatissima saponetta artigianale arricchita con boccioli di rosa, lavanda e aghi di rosmarino.

Iniziativa ancora più particolare e certamente apprezzata è quella di offrire agli invitati, magari ai testimoni o ai genitori degli sposi, un pernottamento in linea col matrimonio. E cosa potrebbe essere più adatto se non un’originale ed esclusiva esperienza di glamping, in contatto intimo con la natura, ma con tutti i confort? E allora perché non scegliere una moderna e confortevole treehouse come le nostre case sugli alberi La Pineta e I Ciliegi?
Se invece, sempre all’insegna della semplicità, avete deciso di organizzare una cerimonia privatissima, con una decina di invitati, potreste offrire un’esperienza di ecoristorazione nella natura: nella Locanda del Grep realizziamo banchetti semplici ma con prodotti genuini, tradizionali e autentici.
Che si tratti di un addio al nubilato, una comunione, una cresima o una festa di laurea, ogni evento può essere organizzato all’aria aperta – che sia in campagna o in spiaggia, in montagna o in riva al lago -, avendo, come diceva il nostro gastonomo Brillat-Savarin,  “l’universo per salotto e il sole per lampadario”.